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2013 The italian Golpe

In un paese normale, questo è il momento in cui si prendono i fucili e scoppia la rivolta armata. In un paese normale, l’omicidio politico del principale e unico leader della politica italiana porterebbe come conseguenza fiamme, fuoco, distruzione, colpi di mortaio e bombe per le strade.

Sinceramente mi aspettavo che il colpo di stato avvenisse sul caso Ruby. Che un ottuagenario col passato cancro alla prostata possa scoparsi una minorenne, nonostante che neghi lui, la vittima, la mamma la zia della vittima, il Papa, Obama e pure Putin, lo trovavo meno assurdo della teoria secondo cui l’unico politico votato dagli italiani negli ultimi venti anni evadesse 3 milioni di euro su oltre quattrocento versati. E per fare questa grandiosa operazione di “frode fiscale” ovviamente lavorasse in prima persona per una azienda di cui era solo ed esclusivamente azionista.

Puttanate. Prese per il culo. Stronzate che qualcuno pretende noi si debba accettare per forza, per un principio, altrettanto assurdo che “le sentenze si rispettano”. Principio che non è mai e poi mai esistito.

Nella storia del diritto, si rispettano le decisioni di organi nei quali si crede e ai quali si dia un briciolo di fiducia. Non esiste il rispetto per i folli, non esiste il rispetto per i matti, non esiste i rispetto tout court, solo perché qualcuno ha scritto da qualche parte che si debbano rispettare.

Di Re folli, di principi sanguinari, di tiranni assassini e omicidi ne è piena la storia umana, ne è pieno il mondo. Ceaucescu, Stalin, Hitler, Mao, Saddam Hussein.. Nessuno decisione di costoro veniva rispettata perché “le sentenze si rispettano”, ma semplicemente per l’uso della forza bruta.

Le sentenze, come dice la merda troglodita comunista di Epifani, si eseguono, con la forza, perché solo di forza si tratta. La decapitazione sommaria su un ceppo fuori da palazzo Chigi, o il teatrino del  processo pubblico maoista, con l’annichilimento di tutte le basi teoriche del diritto umano, pari sono.

Come scrissi nell’articolo precedente. Possono farlo, quindi lo fanno. Mao poteva farlo e lo faceva. Hitler e le SS potevano fare “equi processi” agli ebrei ad Auschwitz e lo facevano.

Che si tolga di mezzo politicamente il principale contribuente italiano tramite una ridicola accusa di frode fiscale, quando i vari Bersani, Occhetto, Andreotti, Prodi, Monti, e tutta l’altra cacca propinataci negli anni non ha versato un solo euro di contributo perché nullafacenti votati alla politica, è paradossale e pietoso.

Le guerre di potere ci sono sempre state, fanno parte della politica e della democrazia totalitaria. Stabilito che devono esistere persone sadiche e violente contro gli altri e stabilito che queste vanno anche osannate e rispettate col titolo di “onorevole” o “vostra grazia”, o “sua eccellenza”, è normale che la società diventa una gara a chi prima occupa quei posti in modo da quantomeno, evitare la violenza su se stessi.

Ma in un paese normale, le guerre di potere si fanno sottobanco. Nessuno dovrebbe avere il diritto di fare porcate alla luce del Sole. Se alla vigilia delle elezioni politiche venisse trucidato tutto un partito politico e il giorno dopo si andasse ugualmente ad elezioni, questo sarebbe fare porcate alla luce del Sole. Avrebbero senso le successive elezioni? Che sfoggio, che manifestazione di potere assoluto e irrispettoso è far finta di nulla e dichiarare valida la successiva tornata elettorale? Fai una strage, e un giudice si dimentica di scrivere le motivazioni e non vai in galera. Prendi a picconate tre persone, ma senti le voci? Fa nulla sei libero. Sei per caso il politico più votato degli ultimi 40 anni? La revoca del passaporto è pronta prima ancora che sia letta la sentenza.

Ma chi cazzo volete prendere per il culo? Ma pretendete che ci crediamo seriamente o vi basta una istituzionale leccata di culo?

Sento troiate uscire dalla bocca della migliore “cretinenzia” italiana.

“Non si metta a repentaglio il governo”  dice aterosclerosi Napolitano.

“Non cadiamo nel baratro istituzionale” dice un altro pirla sul corriere della sera.

In Italia è morto il diritto, è morto l’habeas corpus e siamo tutti alla mercé di qualunque cazzo di procuratore o giudice o amico di procuratore o di giudice che tragga vantaggio dall’inquisirci. Per qualsiasi cosa è dimostrato, non serve aver compiuto nulla, non servono le prove. Non ci sono giudici a Berlino.

Ci hanno dimostrato che siamo schiavi, pronti ad essere sacrificati sull’altare del loro culo flaccido. Quando avranno bisogno di soldi, li prenderanno da noi. Quando avranno bisogno di una casa, la prenderanno da noi. Quando avranno bisogno di scopare, si fotteranno le nostre mogli e le nostre figlie. Perché possono. E quindi lo faranno.

C’è l’obbligatorietà dell’azione penale no? C’è la procedura d’ufficio no? Ci sono i reati di diffamazione di spergiuro, di parola, di pensiero. C’è l’inferno fiscale. Sai tu quanto devi pagare di tasse? No, non lo sa nessuno. Fai silenzio e parla a bassa voce, se non dai fastidio ti lasciano sopravvivere. Altrimenti, domani cartella pazza e via la casa.

STICAZZI del baratro istituzionale. Fanculo la solidità delle istituzioni. Ma istituzioni de che? Cosa altro c’è da salvare in Italia se non il grasso culo di magistrati e politici, alle spese della gente che lavora e produce?

Quando un Paese non ha più lo stato di diritto, quando ogni cittadino può essere inquisito, indagato, condannato e privato di ogni libertà per il semplice capriccio di un potente (sia esso politico o in questo caso magistrato), quando vieni regolarmente spiato in ogni tua attività, quando ti svegli la mattina e non sai se hanno proibito di respirare, o se devi pagare una nuova tassa per pisciare. Quando sai che tutti gli sforzi, i risparmi di una vita possono essere vanificati dal primo orgasmo di potere di uno sconosciuto, magari con un cappello in testa o un mantellino particolare, scopri che il Paese non esiste più.

L’Italia è ormai un enorme, fetido lager nazista, in cui la magistratura passeggia sulle torri di guardia, e per gioco, ogni tanto prende un fucile e spara a qualcuno. Magari non a quello che sta violentando due donne, quello fa parte del circo, è divertente, dà un pò di pepe alla giornata. Gli innocenti son sempre più simpatici da colpire: poveri coglioni che hanno creduto che la vita onesta pagasse veramente.

Come ho spiegato nel post precedente, “posso, quindi faccio”, vi racconto il futuro in pochi punti:

  1. La magistratura ha dimostrato all’Italia di poter condannare senza prove e sulla base del nulla anche uomini potentissimi, figuratevi  cosa potrebbe, volendo, fare con voi lettori di questo blog.
  2. L’economia va male (per i motivi che sappiamo) e lo Stato ha bisogno di soldi. Di tanti soldi.
  3. Lo stipendio e la carriera dei magistrati sono dipendenti dal punto 2.

Ora, se unite i puntini, il futuro dovreste vederlo a chiare lettere dinanzi ai vostri occhi.

Le vie di uscita da questa situazione sono solo due. Io non ne vedo altre. La prima è appunto la rivoluzione armata, la guerra civile e lo spargimento di tanto sangue.

Una brutta strada, ma inevitabile se non si vuol vivere in una nuova nord corea: l’inazione e la sopportazione quando lo stato di diritto viene abolito sono controproducenti: il numero di morti che crea l’abolizione del diritto cresce esponenzialmente con il tempo.

La seconda, che vedo più realistica perché NON siamo un paese civile e perché il PDL è composto da una manica di dementi decoglionizzati, è la fuga. SCAPPARE dalla nuova nord corea europea.

Io vi confesso che ho paura. Ho paura per me, per i miei parenti, per gli amici, e per tutti quelli che conosco. Perfino per quegli amici un pò coglioni, e ce ne sono tanti, che stanno esultando come larve, martellandosi i coglioni perché hanno condannato Berlusconi. Nonostante in cambio di questo favore, gli abbiano tolto ogni diritto costituito.

Quando, nel corso delle vicende umane, diventa necessario per un Popolo sciogliere i legami politici che lo hanno vincolato ad un altro ed assumere il rango eguale e separato al quale le leggi di Natura e la natura di Dio gli danno diritto tra le potenze della Terra, il rispetto del giudizio del genere umano richiede che esso dichiari le ragioni che lo spingono alla separazione. Noi consideriamo le seguenti Verità evidenti di per sé: 

che tutti gli uomini sono creati eguali,

che essi sono stati dotati di alcuni diritti inalienabili dal loro Creatore,

che tra questi diritti ci sono la vita, la libertà e il perseguimento della felicità,

che per assicurare questi diritti sono istituite tra gli uomini delle forme di governo che traggono il loro giusto potere dal consenso di coloro che sono governati,    

Che ogniqualvolta una forma di governo diventa distruttiva di queste finalità è diritto del Popolo modificarla o abolirla ed istituire un nuovo governo, posando le sue fondamenta su tali principi ed organizzandone il potere nella forma che pare la migliore per realizzare la propria sicurezza e felicità.

 La prudenza, in verità, detta che governi in vigore da molto tempo non siano cambiati per motivi futili e passeggeri; e conformemente l’esperienza ha mostrato che il genere umano è più disposto a soffrire, finché i mali siano sopportabili, piuttosto che raddrizzarsi abolendo le forme alle quali si è abituato; ma quando una lunga serie di abusi e di usurpazioni, mirate invariabilmente allo stesso scopo mostra il progetto di ridurlo sotto un dispotismo assoluto, è suo diritto, è suo dovere rovesciare tale governo e procurare nuove salvaguardie per la sua futura sicurezza.

 

DISCLAIMER

Non so se il contenuto di questo articolo sia legale o meno, nel paese delle trecentomila leggi che si contraddicono tra loro e che vengono interpretate per gli amici e applicate per i nemici. Nel mio caso, non ritenendomi amico di nessun potente, non so se tra le trecentomila leggi contraddittorie che verrebbero applicate su di me ci sia qualche motivo per cui questo articolo sia illegale. Non me ne stupirei, visto che siamo il paese che blatera di tutelare la libertà di stampa e di pensiero. Come ben sanno sia Galileo che Giordano Bruno (ah, ma quella non era l’Italia comunista di oggi).  Non so neppure se è importante se questo articolo sia legale o meno d’altra parte potrei essere arrestato retroattivamente per avere i capelli neri, dopo che nel 2014 un pm prestato alla politica abbia fatto una legge che li rende illegali (retroattivamente). Ammesso che non ci sia già. O potrei essere arrestato per un crimine inesistente, mentre ero da un’ altra parte con 350 testimoni a favore che verrebbero tutti incriminati con me per falsa testimonianza. O potrei essere incriminato in anticipo per un crimine che commetterò nel futuro. Del resto, non ho alcun alibi né prove a discarico, né testimoni a favore per un caso simile. Chi lo sa.

Purtroppo questo articolo dice cose vere e le cose vere tendono a dare fastidio, quindi nel caso in cui il Signore Onnipotente dei Magistrati ritenesse che questo articolo violi un codicillo passato presente, futuro, immaginario che sia, può postare un commento con il codicillo in questione e provvederò a rimuovere il pezzo. Lasciando il codicillo. Se nel frattempo e prima che ciò accada, qualcuno pensa di divulgare questo pezzo, sappiate bene che da parte mia non violate alcun “copyright”.

Non sono però responsabile dell’ira funesta del Dio Magistrato su quanti di voi lo riposteranno.

 

 

 

 
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Pubblicato da su 3 agosto 2013 in cronaca, magistratura, politica

 

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Ora pubblicatele TUTTE!

Come al solito le perversioni tiranniche di cui è preda l’Italia vengono alla luce solo quando la parte “buona” per definizione, ma non di fatto, viene toccata dalla azione perversa. Prima che ciò accada, quantunque sia inevitabile che accada, in Italia si sente solo strillare un gran numero di pseudo perbenisti e pseudo benpensanti. Riallacciandomi al post sul Calcioscommesse ad esempio: la giustizia sportiva in Italia fa schifo, è anticostituzionale e barbarica. Lo era anche sei anni fa, ma siccome sei anni fa nelle sue grinfie era finita la Juventus, noto simbolo del male (perché vincente), tutti han fatto gli struzzi piazzando la testa sotto la sabbia.

Adesso che la stessa giustizia sportiva sta distruggendo le carriere di diversi giocatori professionisti, appartenenti alle più disparate squadre (compresa la Juventus of course), ci si è improvvisamente resi conto che è vero che non funziona e che è anticostituzionale. Nonostante qualche merdaccia alla Travaglio continui a difendere tutto ciò che si chiama “giudice”, fosse pure un giudice di una partita di Monopoli tra amici.

Alla stessa maniera viene trattato il tema intercettazioni telefoniche.  Io, che non soffro di ipocrisia e dissociazione cognitiva, ho sempre avuto lo stesso parere sulle stesse. Sono un abominio, un metodo che può piacere solo ai nostalgici della DDR, della Stasi e del KGB. La polizia e la magistratura di un paese che si definisce civile, dovrebbe usare le intercettazioni solo in casi estremi, ben motivati e solo in caso di ipotesi di reato molto gravi.

Invece in Italia lo sport nazionale della magistratura e della polizia è intercettare le persone. Il numero di persone intercettate in Italia è da abominio e le spese per le intercettazioni a livelli epocali.

Basta un qualunque sospetto e il magistrato autorizza le intercettazioni. Inoltre, con estrema facilità si passa ad intercettare i telefoni di coloro che sono stati al telefono con l’iniziale intercettato e così via.

Come se non bastasse, le intercettazioni sono come il segreto di Pulcinella e appena effettuate, le solite gole profonde dentro le procure le passano ai giornali.

Il risultato è completo: violazione della privacy, pubblicazione di tutti i fatti privati dell’intercettato, anche e soprattutto quelli che non hanno alcuna rilevanza penale, sputtanamento globale su tutti i media e chiacchiericcio da comari di tutti i perbenisti che affollano sia le redazioni di giornali, sia gli uffici politici.

Il problema delle intercettazioni e della magistratura anticostituzionale non è però un problema nuovo. Sono diversi anni che si è palesato in tutta la sua crudezza e perversione. Le intercettazioni sono state usate pure dalla famigerata Procura di Napoli (quella passata in politica in blocco con De Magistris), per cercare di incastrare la Juventus nel famoso Farsopoli del 2006.

Ma più ancora sono state usate svariate volte per cercare di abbattere per via giudiziaria Silvio Berlusconi.

Abbiamo così messo alla gogna la vita privata di diverse persone. Abbiamo saputo ad esempio che ad Alessandro Moggi piaceva la Ilaria D’Amico, che cosa ne abbia pensato la moglie invece no.

Abbiamo saputo cosa si dicevano Ruby e le altre, di che parlava Emilio Fede e così via.

Tutti alla gogna, tutti sputtanati dalla stampa, prima ed a prescindere dall’esito di eventuali processi spiccati a causa delle intercettazioni.

MA andava bene tutto. Perché gli obbiettivi erano antipatici a coloro che, sempre per autodefinizione, sono sempre dalla parte dei buoni. Quelli del politically correct, quelli del socialismo amico, quelli dello Stato fonte di diritto, quelli della “credibilità internazionale di Monti”.

E chissenefrega se abbiamo creato le camere a gas. Finché ci si manda Berlusconi o Luciano Moggi, nessuno pensa che siano una brutta cosa.

Poi capita che la magistratura decida di rompere le palle a “quelli buoni”. Ovvio che capitasse. In Italia comanda no loro. Ed ecco che dopo aver intercettato capi di stato (Berlusconi) a colloquio con altri capi di stato, senza generare in nessuno il minimo dubbio di costituzionalità, di senso civico, di opportunità politica…, adesso intercettano il Presidente della Repubblica a colloquio con Nicola Mancino.

Niente di strano. Se possiamo leggere sui giornali cosa si sono detti Berlusconi e Bush o Berlusconi e Obama, senza alcun rispetto per il ruolo che hanno, non vedo perché alla stessa maniera non dovremmo sentire cosa si dicono Napolitano e Mancino.

Eppure Napolitano, sarà perché è sempre stato a favore delle dittature sanguinarie, sarà perché segue una idea economica dimostrata fallace all’inizio del secolo scorso e fallita completamente già da 30 anni, sarà perché si è sempre fatto fotografare vicino ai peggiori dittatori, fa parte dei “buoni”. Ecco quindi che ADESSO esce fuori che l’Italia ha un problema con la magistratura e con le intercettazioni.

Ricordiamo per inciso che Berlusconi ha più volte tentato di far passare una legge che avrebbe impedito oggi di ascoltare le idee private di Napolitano e Mancino. Ma Berlusconi faceva parte dei “cattivi”.

Quindi i “buoni” e i leccaculo dei buoni hanno fatto la solita crociata salva tirannia al grido di “giù le mani dai magistrati”, “giù le mani dalle intercettazioni” e “se sei pulito non hai nulla da nascondere”.

Adesso il tenore cambia solo perché é stato colpito Re Giorgio il fasciocomunista?

Eh no. Adesso voglio tutte le intercettazioni di Napolitano pubbliche.

Voglio sapere chi gli fa i pompini, se usa o meno il viagra, cosa ne pensa di tutti i politici che conosce, voglio sapere se ha ancora contatti con il KGB/FSB , se è intollerante al lattosio, se la moglie gli metteva le corna e quant’altro. Voglio sapere se gli piace la  D’Amico, se è mai stato con un Transessuale e possibilmente a quanto compra la cocaina.

Poi, una volta sputtanato per bene, forse si potrà procedere a limitare l’arbitrio dei magistrati che han trasformato, assieme ai politici, l’Italia in una nuova DDR.

Chiudo con alcuni aforismi.

L’Unico motivo per cui una certa quantità di uomini vuole avere il diritto di ascoltare tutte le tue conversazioni è perché vuole ricattarti per ciò che puoi dire o aver detto.

Ancora:

L’Unico motivo per cui una certa quantità di uomini vuole avere il diritto di conoscere in ogni momento la tua posizione è perché vuole essere in grado di ucciderti in ogni istante.

E analogamente:

C’è un solo motivo per cui una certa quantità di uomini vuole avere il diritto di sapere quanti sono e dove si trovano i tuoi denari. E’ perché vuole rubarteli.

 
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Pubblicato da su 31 agosto 2012 in cronaca, intercettazioni, magistratura, politica

 

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FarsaScommesse: la nuova tragicommedia della Latrina Italia.

L’Italia è ormai uno scempio in tutti i campi della Società Umana: record del Mondo di pressione fiscale e record del Mondo di costo del carburante (intimamente legati). Costituzione orrenda, Presidenti di Consiglio e della Repubblica malati di alzhaimer e se anche non lo fossero completamente digiuni di concetti economici (l’uno è keynesiano, l’altro marxista). Mummie politiche ai loro posti da trent’anni con le stesse vetuste idee sbagliate e lo stesso anelito dittatoriale. Spesa pubblica incontrollata e demenziale. Giustizia penale e civile lenta, farraginosa, incerta e spesso pure in malafede.

Ma il peggio del peggio lo stiamo vedendo in quello che una volta era il nostro fiore all’occhiello. Il Calcio. E lo stiamo vedendo per merito esclusivo della GIUSTIZIA SPORTIVA e della CLASSE GIORNALISTICA.

C’era una volta il campionato più bello del mondo.  Poi nel calcio si è abbattuta come una scure la caratteristica peculiare della Nazione. L’INVIDIA e il SOTTERFUGIO.

L’Invidia e il sotterfugio che fanno si che chi “riesca meno” nella vita o nel suo lavoro, imputi a chi “riesce meglio” tutte le nefandezze possibili pur di non fare autocritica e capire che forse dipende da lui.

Ma questo lo sapete già, è ormai nota ai più la faccenda di Farsopoli .

Quest’anno, in concomitanza con il trentesimo scudetto vinto dalla Juventus (a pensar male si fa peccato…), la FIGC e la Sporcizia Sportiva hanno replicato le indagini farsa del 2006 aumentando però il coefficiente di difficoltà. Tutto iniziò con uno scandalo scommesse che riguardava pochi calciatori di pochi club minori, sui quali sta indagando la magistratura ordinaria. Spunta un tal Filippo Carobbio (chiamato affettuosamente dalla PROCURA SPORTIVA   Pippo) che confessa di essersi venduto DIVERSE PARTITE. A questo punto interviene la procura sportiva. Il solito Palazzi. Chi è Palazzi? Palazzi è uno che ha studiato(?) forse magistratura. In ogni caso è uno che perde i dibattimenti pure col suo cane. Avendo però “le spalle coperte”, trova posto nell’unica procura in cui non serve argomentare, tanto si vince a prescindere: la procura sportiva. Leggenda narra che all’Università Palazzi sia stato battuto in dibattimento da un down, uno schizofrenico conclamato e perfino un muto che si spiegava a gesti.

Palazzi va da Carobbio e gli dice:  Se fai dei nomi ti regalo uno sconto di pena (sportiva). Più fai i nomi grossi e meglio sarà.

Come lo so? Perché é quello che ha detto pure a Locatelli e Paoloni, che lo han più volte ribadito.

Carobbio però ha un problema: lo scandalo non toccava nessun nome grosso. Fortunatamente però si ricorda che per Palazzi, certe squadre hanno la precedenza e altre possono pure essere prescritte. Allora pensa alla Juventus. Anche qui c’è un problema. Alla Juventus Carobbio risulta sconosciuto. Ma Carobbio si ricorda gli unici elementi che ha intercettato nella sua scarsa carriera, che poi sono andati alla Juventus. E fa il nome, in sede Sportiva ma NON in sede PENALE, di   Antonio Conte , di Angelo Alessio e di Stellini. Chi sono? Lo staff tecnico che adesso è alla Juventus. Antonio Conte per inciso è quello che in 5 anni di carriera ha vinto tre campionati e si è permesso di riportare la Juventus al tricolore dopo due settimi posti.

Una cosa analoga accade con un altro pentito. Tal Masiello. Lui giocava nel Bari e pure lui aveva voglia dei grossi sconti di pena promessi da Palazzi. Deve tirare fuori un nome. Ma di quelli interessanti. E decide di infamare un suo ex collega ai tempi del Bari, casualmente titolare della Nazionale e della Juventus tricolore.

Voi direte: si, ma perché i nomi grossi sono solo quelli della Juventus? In realtà no, sono stati fatti altri nomi grossi, solo che le squadre che non iniziano per J, non interessavano. Sono stati fatti nomi di calciatori del Napoli, dell’Inter, della Lazio. Solo per citarne alcuni. Probabilmente, anzi quasi certamente, sono stati fatti con gli stessi crismi con cui sono stati nominati i succitati Bonucci e Conte. Ovvero, senza prove, senza riscontri e con l’unico scopo di cercarsi un bello sconto di pena. In ogni caso comunque, non hanno suscitato nella giustizia sportiva lo stesso interesse di quelli che poi sono andati alla Juventus.

Parte la canea mediatica. Scompaiono tutti i nomi degli implicati nelle scommesse clandestine. Carobbio e Masiello diventano BUONI. Tra i cattivi i soli Conte e Bonucci. A dir la verità Masiello si ricorda che esiste un altro giocatore della Juventus che nel passato prossimo non giocava con la stessa. Si chiama Simone Pepe e  all’epoca dei fatti militava nell’Udinese. Allora inventa una combine tra il suo Siena e l’Udinese in cui Pepe sarebbe venuto a conoscenza della combine perché ad una telefonata che diceva:

“Vuoi comprare una Ferrari”, il Pepe ha risposto “no”.

Palazzi, tutto eccitato e in preda ad una erezione priapica, parte lancia in resta. Finalmente ha quel che gli serve. Nomi di gente che ora fa parte della Juventus. Quella stessa società che ha citato per danni la FIGC per 444 milioni di Euro. Quella stessa società che ha OSATO vincere quando tutto era stato programmato affinché non vincesse più, la stessa società che li ha costretti ad accettare un “30 SUL CAMPO” che ha più valenza di tre stelline sulla maglia.

Dopo mesi di sonnolenza, ai nomi di Pepe, Bonucci, Conte, il processo subisce la solita accelerazione juventina. “Bisogna fare presto”, come titolano sempre i giornali quando vogliono metterlo nel culo di taluni. Così Palazzi chiede un illecito sportivo per Bonucci, una omessa denuncia per Pepe e due omesse denunce per Conte.

A differenza del 2006 però, in sede Juventus non trovano il clima di  “prego accomodatevi e usate pure il nostro culo” che caratterizzava la società a quei tempi. Esce quindi fuori che nessuno della magistratura ordinaria ha mai incriminato né Bonucci né Pepe, che questa considera Masiello un millantatore e che anche per Conte non ci sono assolutamente indizi di reato.

Come conseguenza di tutto ciò il tentativo di incriminare Bonucci per illecito cade nel vuoto, perfino con un branco di mentecatti venduti a giudicare. Palazzi fa una figuraccia in mondovisione e viene ripreso durante il primo grado di giudizio ad implorare Bonucci di firmare un patteggiamentino tanto per non fargli fare una figura di merda colossale. Bonucci rifiuta, viene assolto e Palazzi scava ancor di più negli abissi del patetico, con un ricorso che titolava

“Non è giusto, dategli almeno una omessa denuncia no? Almeno una multina per divieto di sosta? Un autovelox? Possibile che non possiamo incriminarlo per nulla????”

Niente da fare. Le accuse erano così inconsistenti e così largamente smentite dalla magistratura ordinaria, che la farsa sportiva non ha avuto il coraggio di seguire Palazzi nelle sue masturbazioni mentali. Finiscono assolti sia Bonucci che Pepe e il “pentito” Masiello, completamente screditato.

A Palazzi rimane quindi solo il pentito Carobbio, sul quale si basa tutto il suo “lavoro”. Benché anche questo per la magistratura ordinaria sia “poco credibile”, Palazzi lo giudica come un incrocio vivente tra Gandhi e Madre Teresa di Calcutta. Credibile sempre. Anche al poker. E certo che è uno che ha ammesso di essersi venduto svariate partite.

Quindi cosa succede? Succede che Palazzi affibbia a Conte due omesse denunce sulla base di ciò che ha detto Carobbio. Cioé che Antonio Conte, in una riunione tecnica prima di Siena Novara, di fronte a tutto lo staff, tutti i giocatori, qualche magazziniere, avrebbe detto “tranquilli ragazzi che ci siamo messi d’accordo per un pareggio”. Versione smentita da tutti i partecipanti alla riunione tranne Carobbio e che porta all’incriminazione NON per Illecito, come avrebbe dovuto essere se si fosse dato credito a Carobbio. Ma per “omessa denuncia”. Perché? Perché l’illecito sportivo riguarda la magistratura ordinaria e Palazzi sa benissimo che la magistratura ordinaria ha escluso già da diverso tempo l’illecito per Conte. Invece “omessa denuncia” non viene indagata nell’ordinario e quindi Palazzi può inventare come più lo aggrada.

La seconda omessa denuncia riguarda un Siena Albinoleffe, in cui l’accusa si basa sul fatto che un certo Mastronunzio sia stato messo fuori rosa da Conte nelle ultime tre giornate. Secondo Carobbio, perché non si prestava alle combine. L’unico problema è che Mastronunzio le ultime tre giornate era infortunato, come dichiara qui e come da sempre è scritto negli archivi del Siena. Ma sono dettagli.

Palazzi però, dopo aver perso una prova di dibattimento casalingo in cui, giudice la madre, ha perso contro il suo gatto morto, comincia a sospettare di non avere proprio le prove in tasca. Quindi convince gli avvocati di Conte che è meglio chiuderla con un patteggiamento, senza ammissione di colpa, di 3 mesi.

Piccolo escursus. Secondo la vulgata italiana e secondo lo spaccio ufficiale dei giornalisti goebbeliani, nella giustizia sportiva esisterebbe un principio: l’inversione dell’onere della prova.

Principio che solo dei dementi in concetti di diritto, o solo dei socialisti proni a qualunque abietto totalitarismo, possono considerare poter esistere. Significa che basta un qualunque stronzo che ti denunci per una qualsiasi cosa gli passi per la mente, e sei tu a dover trovare le prove della tua innocenza. Non loro a dover dimostrare la tua colpevolezza. Un principio simile non esiste, perché significherebbe solo che nella giustizia sportiva ogni giorno tutti sono colpevoli e diventano innocenti solo qualora riescano a provare cosa han fatto ogni giorno. Qualcosa che esisteva forse in Germania Est. Qualcosa che è analogo a dire “non esiste il diritto”.

Ma come ormai dovreste sapere da Farsopoli, non finisce qui, infatti per facilitare il compito di chi deve dimostrare di essere innocente nei confronti di chi senza prove lo accusa, la giustizia sportiva usa le seguenti regole:

  1. Le difese non possono portare prove a discarica
  2. Le difese non possono controinterrogare i teste che li accusano
  3. Le difese hanno più o meno 15 minuti di tempo per parlare, sulla base solo delle carte raccolte dall’accusa, possibilmente avendole ricevute un giorno prima del processo.

Con questi chiari di luna è ovvio che la proposta dei tre mesi senza ammissione di colpa, piuttosto che un processo maoista con fucilazione annessa, per la difesa di Conte era una proposta accettabile. Non per Conte, né per gli altri che hanno tutti patteggiato per lo stesso motivo, pur se si sentono innocenti. Ma quantomeno per limitare i danni.

Avete presente uno stupratore che dice alla donna: “se stai zitta, uso la vaselina?”.

Qui entra in gioco il resto della feccia presente in FIGC. Per la prima volta nel corso di secoli di giurisdizione, un patteggiamento concluso tra le parti non viene accettato dalla Corte, che reputa troppo bassa la squalifica di tre mesi per Conte. Il derelitto che se ne è uscito con questa dichiarazione è tal Sergio Artico.

Gli avvocati della difesa a questo punto ricusano  la corte disciplinare, in quanto con tale uscita hanno chiaramente fatto capire che già hanno scritto la sentenza, prima ancora del dibattimento (che tanto non c’è come abbiamo visto).

Giustamente la richiesta di ricusazione della disciplinare, viene presentata alla disciplinare stessa, la quale ovviamente la rifiuta.

Ti pare a te che ho già deciso le pene e adesso io stesso avallo la richiesta di ricusazione contro me stesso?

Palazzi allora ringalluzzito da Artico che gli ha formalmente detto: “Vai avanti che vogliamo condannare Conte e lo faremo comunque”, dopo aver proposto tre mesi, si sente forte e ne propone 12. Per le stesse, risibili accuse per le quali aveva patteggiato 3 mesi.

In prima istanza, Conte viene condannato per due omesse denunce e prende dieci mesi. Va da se che in ossequio alla logica, nessuno presente alla famosa riunione tecnica viene deferito, tranne appunto Conte, Carobbio, Alessio e Stellini. La giustificazione del procuratore è che “In teoria potevano essere tutti al bagno mentre Conte parlava“.

Nel frattempo, usanza italica, sui giornali (due in particolare) compaiono le sentenze il giorno prima che venissero decise. Quindi tutti sapevano che Conte avrebbe preso 10 mesi, pure se la disciplinare non aveva ancora deciso. Del resto come in ogni giustizia che si rispetti, la camera di consiglio si svolge al bar, la corte telefona agli amici e racconta aneddoti, storielle, chiede pareri…

Caso strano,la disciplinare molla ad Antonio Conte 10 mesi per DUE omesse denunce.

Per il secondo grado gli avvocati, pur essendo castrati dalle “regole” della giustizia sportiva, riescono ad evidenziare che nelle carte dell’Accusa, Carobbio prima dice che Conte ha detto che la partita era accomodata, e poi fa un discorso motivazionale intenso per spronare la squadra a vincere la partita. Per fortuna che Carobbio questo lo ha detto nelle carte dell’Accusa e quindi è stato possibile portarlo a processo. Nel secondo grado quindi cade, per manifesta infondatezza, pure l’accusa sull’omessa denuncia nella riunione tecnica.

La corte federale quindi prende in mano la calcolatrice e prova a fare il calcolo 10 mesi per due omesse denunce. Una è caduta, ne rimane una. 10 / 2 continua a fare 10 e conferma, per UNA omessa denuncia, la stessa pena comminata per due.

Un tizio della corte federale, tornato dal bar chiama un giornalista e gli rilascia una intervista in cui dice “A Conte è pure andata bene”. Che dite? Non può farlo? Ma dai…

Alla fine del secondo grado, la Juventus decide di rilasciare una sacrosanta conferenza stampa in cui denuncia tutto il marciume della Procura Federale guidata da quello che perde i dibattimenti col gatto morto, il marciume della FIGC, guidata da un albero. Già perché la FIGC è guidata da Abete. Abete è una conifera che si trova lì solo perché ha il fratello lobbysta e banchiere. Abete è una conifera. E’ fermo, non serve a nulla, tranne a reggere le palle di natale tra il 25 dicembre e il 6 gennaio.

A differenza di una conifera però, Abete non produce ossigeno, ma lo consuma e con esso consuma anche tanti soldi dei contribuenti. Il ruolo di costui nella vicenda è secondario, come può essere il ruolo di un oggetto di arredamento in una cena tra amici. Abete in FIGC è come la bomboniera portacandele del matrimonio del vostro migliore amico. Si mette in una teca, giusto perché pare brutto cestinarla, ma non serve a nulla, occupa spazio e raccoglie polvere.

Antonio Conte e la Juventus, assieme al fior fiore degli avvocati italiani, avvocati veri e non procuratori federali inabili al contraddittorio, fanno questa conferenza stampa dove denunciano a gran voce le varie violazioni ai diritti umani compiuti da una FIGC che ben lungi da essere super partes è solo una latrina.

Violazioni Costituzionali e dei diritti umani che perfino Giulia Bongiorno, forse il miglior avvocato italiano non ha mancato di evidenziare.

Per comodità vi elenco qui di seguito le violazioni di cui si è resa colpevole la FIGC nelle ultime due farse:

  1.  I processi senza difesa (Farsopoli e FarsaScommessopoli)
  2.  I processi senza poter portare prove a discolpa (Farsopoli e FarsaScommessopoli)
  3.  I pentiti senza contraddittorio  (FarsaScommessopoli)
  4.  I pentiti smentiti dagli incensurati e ritenuti credibili a prescindere (FarsaScommessopoli)
  5.  L’inversione dell’onere della prova  (FarsaScommessopoli e Farsopoli)
  6.  La costituzione di reati sportivi retroattivi da applicare all’uopo  (Farsopoli)
  7.  Sentenziare sulla base del “sentimento popolare” (Farsopoli)
  8.  Le sentenze anticipate dai giornali  (FarsaScommessopoli e Farsopoli)
  9.  La corruzione dei pentiti a base di arbitrari sconti di pena e la successiva spinta alla delazione e falsa testimonianza, da parte della procura. (FarsaScommessopoli)

Di fronte ad una situazione simile, ci si attenderebbe che chi ha il dovere di vigilare sulla FIGC apra gli occhi e cominci ad indagare. Purtroppo però il pesce puzza sempre dalla testa. E se è marcio Palazzi, marcio Abete, figuratevi chi sta sopra di loro, abbrancato alla poltrona pubblica da secoli, alla guida del Coni.

Alla guida del Coni c’è un habitué della politica italiana. Gianni Petrucci. Un tipo che raccatta soldi pubblici da 35 (TRENTACINQUE) anni. Sempre nello sport, prima in pallacanestro, poi in FIGC, poi nel CONI, adesso è perfino sindaco di San Felice Circeo. L’esempio esatto di parassita politico italiano.

Ci si aspetta comunque che Petrucci, in quanto presidente del Comitato Olimpico Nazionale, indaghi sulle violazioni costituzionali che vengono denunciate a torto o a ragione (a ragione), dalla più rappresentativa società Italiana.

Invece Petrucci che fa? Se la prende perché hanno “commentato le sentenze“.

Secondo Petrucci è ignobile che si commentino le sentenze. Non è mica ignobile proibire la difesa, non è ignobile corrompere i pentiti per fargli fare falsa testimonianza, non è ignobile violare nessuno dei 9 punti precedenti. E’ ignobile commentare.

E fortuna che ci tacciamo di avere la libertà di parola !!!!!

Secondo Petrucci inoltre, la Juventus starebbe facendo “manifestazioni muscolari”. La logica petrucciana vuole che indire una conferenza stampa per commentare una sentenza è una “manifestazione muscolare”.

Andare da un pentito e dirgli : “Spara dei nomi a caso, purché importanti e ti faccio un mega sconto di pena”, invece no. Andare ad un processo e dire “Non abbiamo tempo di ascoltare le difese”, “non abbiamo tempo di far controinterrogare i teste dalle difese, non è una “manifestazione muscolare”. Condannare gente senza prova, facendosi beffe dei più elementari diritti, esattamente come un qualsiasi tenente delle SS durante il nazismo non è una “manifestazione muscolare”. Anzi, casomai sarebbero gli ebrei che “commentando la sentenza” stanno facendo una manifestazione muscolare.

Ovviamente, una volta che il Boss ha parlato, perfino i picciotti possono fare i galli. Dopo mesi di silenzio passati a ciucciare acqua dalle radici, l’Abete torna a parlare e declama la sua solita leccata al Boss. Fino a ieri è stato zitto perché non aveva ben chiaro da che lato andava il suo capo. Oggi lo sa e parla.

Parla con la sua solita verve burocratica nella quale inventa un altro principio da logica dell’assurdo.

Chi è condannato dalla giustizia sportiva non deve parlare, perché lo fa solo perché è condannato.

Uguale uguale al tenente delle SS che dice che chi viene giudicato colpevole dalle SS non ha diritto di criticare i sistemi di giudizio delle SS.

Insomma, la FarsaScommesse italica è l’ennesima prova che ormai l’Italia è la Latrina d’Europa. Se fossimo in una commedia dell’Assurdo, farebbe anche ridere, come può far ridere il romanzo di Kafka “Il Processo”. Ridi, perché sai che non è la realtà nella quale vivi. Però se poi ti accorgi che è la realtà nella quale vivi, allora non fa più ridere, perché ogni qualvolta che questa manica di barbari fa qualcosa, tante persone innocenti passano i guai. E’ successo a Bonucci, a Pepe, a Di Vaio e a tanti altri nella FarsaScommesse. E’ successo a Conte, il quale rimane innocente fino a prova contraria e quindi è innocente perché “prove contrarie” è stato abolito dalla federcalcio.

Persone innocenti che perdono soldi, tempo, e salute alle prese con un macabro rito sacrificale degno neppure del più sperduto villaggio tribale amazzonico. Persone a cui viene impedito di lavorare, per intenderci. Persone che potremmo essere noi o voi, semplicemente perché un domani qualcuno si arroga il diritto di dire che in un certo ambito, vale la “presunzione di colpevolezza”, in spregio a tutti i diritti umani.

Non è il calcio il problema. Non è una partita a Monopoli. Si tratta di VITE UMANE, martoriate e violentate nel loro habitat lavorativo. E’ roba SERIA. Estremamente seria.

Ma critiche simili non le troverete sui giornali. I giornalisti italiani sono un pò come l’Albero in FIGC. Se un potente dice che lanciandosi dal 5 piano si sopravvive e si ha pure un orgasmo, i giornalisti scrivono un approfondimento dicendo che lo hanno fatto anche loro ed in effetti è vero. I giornalisti italiani ormai non hanno idee. Sono dei passacarte che scrivono quello che gli viene detto così colà dove si puote ciò che si vuole. Probabilmente non rileggono neppure i pezzi che scrivono, tanto non utilizzando più il concetto di logica e di causa effetto, potrebbero al massimo correggere qualche errore grammaticale.

Se almeno sapessero ancora la grammatica italiana.

 
3 commenti

Pubblicato da su 24 agosto 2012 in Calcio, cronaca, giornali

 

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Sarebbe un errore…

L’ ABC della politica italiana, come previsto, scende in campo con una netta presa di posizione a favore del finanziamento ai partiti.

“Sarebbe un errore!”, ci dicono. “Punirebbe tutti allo stesso modo” ci ripetono.

“Metterebbe la politica nelle mani delle lobbyes”.

I tre squallori della politica italiana, per essere chiari Alfano, Bersani, Casini, dovrebbero fare mente locale su alcune ovvietà.

La prima è che quando alzano le tasse per combattere l’evasione fiscale, il punire tutti allo stesso modo va bene (non volendo considerare il fatto che in realtà punisci solo gli innocenti).

La seconda è che non si tratta di decidere come punire o come impedire l’uso illegittimo dei finanziamenti pubblici, in quanto Il FATTO è che i finanziamenti pubblici SONO ILLEGALI NELLA SOSTANZA. E non a seconda di come vengono usati.

Devo ricordare ai tre caballeros che:

Il sovrano popolo italiano ha ratificato che i partiti non devono essere sovvenzionati tramite regolare referendum vinto nel 1993 ?

Lo devo ricordare?

Devo spiegar loro che non rispettando la legge come intera casta politica, sono alla pari di una qualunque TIRANNIA?

Quindi ABC, non ci frega nulla se è un errore o se si punisce qualche “innocente”. Da questo punto di vista innocente è solo il M5Stelle che vi rinuncia per statuto.  Per quanto riguarda poi il finire “nelle mani delle lobbyes”, non si capisce cosa vi impedisca di finirci in mano anche col finanziamento pubblico. Sbaglio o avete appena dato in mano alla lobby bancaria la sovranità “delegatavi” ? Almeno

Abolite il finanziamento pubblico e non provate a farlo rientrare da nessuna porta o finestra:

Sarebbe un errore sì, non farlo, perché vi verrà addebitato tra i crimini contro l’umanità quando giungeremo alla nostra Norimberga. Sempre ammesso, ma non concesso che non sia invece uno sbrigativo Piazzale Loreto.

NB

E’ chiaro che l’abolizione dei finanziamenti provocherà la drastica riduzione del PIL generato da escort di lusso e spacciatori di cocaina. Me ne dispiaccio, ma bisogna ricominciare a lavorare tra privato e privato. Meno lavori pubblici.

 
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Pubblicato da su 16 aprile 2012 in cronaca, finanziamenti pubblici, politica

 

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