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Inoccupabili? Bene. Allora la chiudiamo la scuola pubblica????

Da un pò di tempo a questa parte è hobby nazionale dei parassiti al governo, quelli che guada.. pardon, RUBANO 15000 euro al mese di soldi degli italiani, dare addosso ai giovani per giustificare il 40% di disoccupazione giovanile. L’ultimo in ordine di tempo è il ministro del lavoro, tal Giovannini, il quale dice di essere d’accordo con l’OCSE che ci giudica inoccupabili, perché con preparazione scarsissima. Prima ancora era stato Rigor Mortis a definire bamboccioni i giovani che non trovavano lavoro. Ora, che l’OCSE ci certifichi come inoccupabili, che non costituiamo capitale umano, è nel pieno del suo diritto. Urge però una riflessione in patria. Prima di tutto, vediamola alla maniera stupida, quella dei mentecatti socialisti:  chissenefrega, il capitale è lo sterco del demonio, se non costituiamo “capitale” è meglio. Il fatto che stiam morendo di fame è una logica conseguenza di tutto ciò, ma se proprio non si vuole vederlo, si può continuare a morir di fame per strane congiunture o complotti internazionali.

Dal punto di vista serio, quindi quello non socialista, ci si domanda che senso abbia spendere il 5% del PIL per produrre dei giovani inoccupabili, con una cultura rasente il nulla che sono diretta espressione della scuola pubblica. Tutti questi inoccupabili li ha creati negli anni l’ideale pubblico della mediocrità come regola generale, l’ideale pubblico del sindacalismo comunista, l’ideale pubblico dell’istruzione garantita dallo Stato. E’ quindi certificato che lo stato non garantisce affatto alcuna istruzione. Garantisce un qualcosa che autonomamente chiama istruzione, ma che, a conti fatti, per tutto il mondo non serve a nulla. Poi certo, la “cultura personale”, il “fai quello che ti piace non quello che ti serve” è tutto giusto, in un mondo di fiabe. Purtroppo però non siamo in quel mondo là.

Visto e considerato che abbiamo 800 miliardi di spesa pubblica, di cui oltre 30 sono impiegati per farci diventare inoccupabili, visto che stiamo morendo di tasse e debito pubblico, visto che la produzione è in caduta libera, non sarebbe forse il caso di PRIVATIZZARE la scuola e utilizzare tutti e 30 i miliardi alla riduzione delle tasse??

Si avrebbe il duplice effetto: da un lato la ripresa economica dovuta ai soldi lasciati nelle tasche dei cittadini. Dall’altro otterremmo lo stesso effetto (l’inoccupabilità) senza spendere un quattrino. Abolendo contestualmente il valore legale del titolo di studio otterremmo addirittura meritocrazia nella novella scuola privata con conseguente diminuzione degli inoccupabili e una serie di lavoratori capaci a produrre vero PIL e non quello farlocco del pubblico. Per conseguenza, aumenterebbe la capitalizzazione totale italiana (ovvero la produzione di beni ritenuti utili dalle persone nel libero mercato) dovuta al maggior valore dei giovani istruiti e alla vera produttività degli insegnanti capaci.

Dal punto di vista sociale poi sarebbe un toccasana: niente più cagate sessantottine con collettivi studenteschi a dire idiozie, niente più sei politici inutili ai fini lavorativi, niente più istruzione uniformata e scarsa per tutti ma offerte variegate e soggette all’immediato test del mercato.

Purtroppo però sparirebbe il potere di indottrinamento statale, quello che tutt’oggi consente agli “inoccupabili” italiani di essere felici per idee tragiche come le multe in base al reddito.

 
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Pubblicato da su 9 ottobre 2013 in cronaca, politica, scuola, socialismo, tasse

 

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